Sto scoprendo con piacere
che essere una mamma italiana all’estero ha molti privilegi, uno di questi è
che si festeggia in continuazione! Eh si, si celebrano le festività italiane
non presenti qui in Irlanda, come ad esempio il Carnevale, ma anche quelle
locali. E qual’è in Irlanda la festività più sentita? Il St Patrick
sicuramente!
In realtà non solo qui ma
in tutte quelle parti del mondo con una forte presenza di comunità irlandesi: a
Montreal, in Canada, si svolge ogni anno la parata più grande del mondo e nella
bandiera della città è raffigurato un trifoglio; St Patrick è anche il santo
protettore della città di Boston; poi ci
sono i festeggiamenti di New York e Chicago che ogni anno spopolano su tutte le
TV.
Noi abbiamo deciso
quest’anno di trascorrere il weekend di San Patrizio (ma si italianizziamolo) a
Waterford, la città più antica d’Irlanda, dove questa festa è stata resa
nazionale.
Ma cosa stiamo
festeggiando in realtà? In Irlanda questa festa ha un grande sfondo religioso
che, sia se si è credenti o no, ti coinvolge. Senza stare a narrare tutta la
vita di St Patrick, riassumo dicendo che era un missionario che ha partecipato
alla conversione al cristianesimo della Repubblica d’Irlanda (e qui ci sarebbe
da scrivere un manoscritto di pro e contro). A parte questo, non ci sono dati esatti sulla
sua vita, ma tantissime leggende, come quella che narra il motivo dell'assenza
dei serpenti in Irlanda, secondo la quale fu lui a cacciarli in mare; oppure
quella del celeberrimo pozzo di San Patrizio (quanti di voi non hanno almeno
una volta nella vita usato questo detto?), così chiamato perchè si dice
custodisse un pozzo senza fondo, da cui si aprivano le porte del
Purgatorio. La leggenda vuole inoltre
che un giorno San Patrizio spiegò ai suoi fedeli il concetto della trinità
sfogliando i petali di un trifoglio (tre foglie originanti da un unico stelo)
che divenne subito il simbolo nazionale.
L’atmosfera del St
Patrick non è però solo questo. Si festeggia l’Irlanda in generale, i suoi
colori, il suo popolo e la gente che di questa terra ha fatto una seconda
patria. Vicino alle bandiere irlandesi sventolano quelle italiane, francesi,
tedesche, spagnole etc etc
Ci mettiamo quindi in
macchina: direzione Waterford! Splendida giornata di sole, tanto che ci siamo
dovuti fermare a comprare dei parasole per la macchina, per paura che la pulce
si carbonizzasse nell’ovetto. Il viaggio inizia col piede giusto! Avevo letto
da qualche parte che è sempre bene spiegare ai bambini, per quanto piccoli
siano, ogni spostamento o viaggio che si fa; ho iniziato quindi qualche giorno
prima ad avvisarla che avremmo fatto una bellissima gita fuori porta. Poi in
macchina ho iniziato con la storia di St Patrick. Dopo poche frasi, si gira
verso il finestrino della macchina e dice “ai ai”, mi guarda e ripete “ ai ai”.
“ Cosa vuoi dire, Ila? Ai ai, forse ahi ahi? Ti fa male qualcosa?” Ma non
sembrava infastidita, per niente. “non sarà mica che ti sto annoiando? Piccola
peste” e tutto finisce in coccole e risate.
Il sabato e domenica a Waterford sono stati abbastanza rilassanti, dove
“abbastanza” è riferito ad una bimba di 16 mesi che sta mettendo i dentini...ai
ai!
Lunedi ci si prepara alla
sfilata, tutta di verde vestita! Nella hall dell’hotel Ilaria si diverte a
camminare da sola...diciamo che ha iniziato finalmente a lasciarsi andare (ed
ora chi la ferma più!).
Districandoci tra
colazione, merendina e pranzo arriviamo alle 13.00: inizia la parata.
È bello vedere una
sfilata che parte da un carro con un serpente, a ricordare le leggende del
Santo protettore, passa per il gruppo di bambine che danzano a ritmi di musica
folk, a rimarcare l’importanza delle tradizioni, e finisce con la serie di
bandiere straniere, a segnare l’apertura mentale e la modernità. Tutto
all’unisono, con un’internazionalizzazione di colori unita nel verde, nel
sorriso di un bimbo irlandese cosi come in quello di un francese. In Irlanda St
Patrick si festeggia cosi.
La mia pulce sembra
divertita e, da sopra le spalle del papà, si gode la sfilata...più di me che
dalla mia altezza, direi contenuta, riesco a vedere poco e niente! “Ai ai” si
fa sempre più convinto ad ogni passaggio di carro...ma cosa mai vorrà dire?
Forse è un suono nuovo che la diverte, ho pensato.
A fine parata torniamo in
hotel a ritirare il trolley e la ragazza della reception saluta Ilaria “ Bye
bye gorgeous!” ed Ilaria aprendo e chiudendo il suo pugno risponde “ ai ai “.
Ecco che voleva direeeeee ! bye bye !!!!!!!!
E allora, bye bye
Waterford, alla prossima!
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