giovedì 6 febbraio 2014

Diario dell'inserimento al...crèche!

Diario dell'inserimento al nido...anzi, al creche!

 

Eh si, l’abbiamo rimandato fino ai 14 mesi...ma è giunta l’ora! Il nido ci aspetta. Anzi il crèche ci aspetta. Cosi si chiama il nido qui in Irlanda. Ilaria, dalla sua nascita fino ai dodici mesi, è sempre stata con me, felicemente in maternità. In questo periodo ha viaggiato molto tra Irlanda, Francia ed Italia. Al compimento del suo primo anno io son tornata a lavoro e mia mamma è stata qui da noi per un pò. In questa fase pre-nido ho cercato di farla interagire il più possibile con l’esterno portandola nei parchi giochi, invitando amici a casa etc..Nonostante le nostre interazioni sociali siano multiculturali, in casa la coppia è 100% italiana ed Ilaria per ora sta sviluppando un vocabolario prettamente italiano: “mamma, papà, nonnna, nonno, pappa, acqua, no, bho...”. All’inizio pensavo che forse sarebbe stato meglio se anche noi le parlassimo in inglese, almeno in parte, ma poi, consultandomi con degli specialisti, ho scoperto che il modo migliore per crescere un bimbo bilingue è comunicare con lui nella propria lingua madre in casa e lasciargli scoprire la lingua del posto in cui vive all’esterno. In questo modo svilupperà entrambe come lingue madri. E cosi ho fatto. Ora però è arrivato il momento del nido, a 14 mesi deve imparare ad interagire in inglese, a capire cosa le viene detto. “ I bimbi sono spugne, imparano all’istante”...quante volte avete sentito o letto queste parole? E quante volte l’ho ripetute io stessa, perchè in fondo consapevole che sia la realtà. Ma quando arriva il momento, molta della razionalità viene a mancare e si trasforma in maternità un pochino ansiosa: “ si sentirà spaesata? Dirà “acqua” e nessuno le passerà la bottiglietta etc etc etc Diciamo che se hai in circolazione ancora gli ormoni della gravidanza queste domande ti si aggrovigliano nella mente e non ne esci serena! Ma è una fase anche questa.

E allora ecco qui il mio piccolo diario dell’inserimento, 5 giorni di approccio al nido. Classe wobblers.

Lunedi : 9.30-10.00. In classe con me. Appena varcata la soglia, Ilaria si è subito ambientata; si è mostrata incuriosita ai nuovi giochi in giro per la stanza e agli altri bimbi presenti. Io ero li, seduta a terra in disparte. Di punto in bianco Ilaria grida “nonnaaaaa” e Ciera, una delle educatrici, si avvicina e le dice “ah, no no no”...mmm in realtà chiamava la nonna, la mia bimba italiana! Lei felice, ambiente pulito, educatrici simpatiche e molto dolci. Ah, la osservavo col cuore leggerissimo!!! Fino a che...non mi si piomba davanti agli occhi una bimba, stessa età di Ilaria, che mi guarda e mi porge un libro. Non riuscivo a vedere nè il libro nè altro...solo il suo nasino pieno di muco giallo incrostato e quello fresco che le continuava a colare giù. La mezz’ora è volata, penso che ancora avevo gli occhi sgranati quando ho salutato tutti e sono andata via. Non ho fatto in tempo a chiedere delucidazioni: “perchè non le pulite il nasino?!!!”

Martedi: 9.30-10.30. Mezz’ora con me presente in classe e mezz’ora da sola. I primi trenta minuti sono passati tranquillamente, come il primo giorno. La bimba di ieri oggi aveva il nasino lindo, sembrava un’altra. L’educatrice mi ha consigliato di uscire dalla stanza e lasciare ilaria da sola con loro. Sono uscita e ho trascorso il restante tempo sul divanetto all’entrata. Un messaggio sul cellulare, aggiornamento al marito, un giro su fb, una chiamata ad un’amica ed il tempo è volato. Torno verso la stanza convinta di trovarla alle prese con un giocattolo nuovo...ed invece eccola li, seduta sulle gambe di Ciera, ciuccio in bocca e lacrimoni. La disperazione fatta persona. Ok, si deve abituare, è una questione di abitudine, tra qualche giorno andrà meglio.

Mercoledi: 9.30-11.30. Senza di me. I bimbi sono spugne, è vero, apprendono velocemente e, soprattutto, non dimenticano! Arrivate al nido oggi, Ilaria ricordava benissimo che l’avevo lasciata li con quelle sconosciute. Entrate nella stanza, con una manina giocava e con l’altra teneva stretti i miei jeans. Ma il programma del giorno non prevedeva la mia presenza li con lei, dovevo uscire. La stringo a me e le do un bacino “mamma va via ma torna presto, gioca e divertiti!”. L’ultima immagine di quel momento è di lei in braccio a Ciera che si dimena e tende le braccia verso di me in un fiume di lacrime! Non pensavo che l’inserimento al nido potesse essere cosi difficile, difficile per una mamma...ma non esiste un corso pre-nido per mamme? “ Dai che poi si abitua, le fa bene interagire con gli altri bambini, questa è solo una fase poi le passa, lo fai per il suo bene “ questi i miei pensieri dalla stanza al parcheggio della macchina. Non mi è bastato, il cuore era diventato troppo piccolo perchè non l’avevo mai vista disperarsi cosi...e non ce l’ho fatta...non ho trattenuto il pianto. Eccomi li, seduta in macchina, fuori dal nido, a piangere peggio di una bambina...con la chiave del nido in mano sul punto di rientrare e portare mia figlia a casa; ma una mamma non è solo sensibilità, ma anche senso del dovere e razionalità residua...quindi ho riposto la chiave nel giacchetto ed ho preso il mio iphone. Sono stata fortunata ad avere un’amica dall’altra parte del telefono pronta ad ascoltarmi e non giudicarmi. Avevo pensato anche “bhe, lei è pure psicologa, magari può darmi quell’input per farmi riprendere”...ecco, ho imparato che qualsiasi tipo di professione viene in secondo piano se si è mamme, specialmente se da pochi mesi come la mia amica. Il suo aiuto non è stato quello di una psicologa ma di una mamma, immedesimata nella mia situazione, che mi ha ascoltata ed ha pianto con me (scusa amica mia!!!). La telefonata catartica è servita tantissimo, ho acceso la macchina e sono andata a fare colazione! Ah proposito, se mai dovesse capitarvi di vedere, in pieno inverno, una donna fare colazione con gli occhiali da sole...quella è semplicemente una mamma in fase inserimento al nido! A detta delle educatrici, Ilaria in quelle due ore è stata tranquilla e la sua difficoltà sta nel distacco iniziale. Tale mamma, tale figlia :-)

Giovedi: 9.30-12.00. Oggi sperimentiamo il pranzo. Ad accompagnarla al nido stamattina c’è anche nonno, in visita da noi per una settimana. Entriamo al nido, le tolgo il cappottino ed entriamo in classe. I suoi piedini s’impuntano sulla soglia della stanza, gli altri bimbi, veterani ormai del posto, le vengono incontro come ad incoraggiarla ma niente...non vuole entrare! La abbraccio, le sorrido e cerco anche io di incoraggiarla ma non è sufficiente cosi Ciera come al solito la prende in braccio e si allontana canticchiando una canzoncina. L’iter si ripete ma per fortuna che c’è mio padre li a dirmi “ si abitua, dai andiamo via, deve abituarsi che poi la prossima settimana starà qui tutto il giorno mentre tu sei a lavoro, poi inizierà a divertirsi con i bimbi!”. Il pranzo è andato bene, anche se non ha mangiato tutto come al suo solito.

Venerdi: 9.30-14.00. Sperimentiamo anche il sonnellino! E oggi siamo in tre ad accompagnarla: io, nonna e nonno! I piedini s’impuntano come al solito sulla soglia della classe, e come al solito Ciera è pronta a distrarla un pò. Nel lasciare la stanza, trascino mia madre via, incollata con l’orecchio alla porta!!!! Ora devo distrarre sia me che lei! Anche oggi sembra sia andata bene, ha mangiato un pochino di più ed ha dormito due ore abbondanti...è stata una settimana faticosa :-)

Dopo i 5 giorni d’inserimento al nido il pranzo del sabato è stata un’ennesima rivelazione:

“ Ila, hai mangiato tutto? ”
“ ye! ”
“ ye? Vuoi dire yes?!!! “
“ tuto “ (tutto)


E cosi nel suo vocabolario ci sono due parole in più, una inglese, yes, ed una italiana, tutto. :-)



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