Mai e poi mai porterò mia figlia allo zoo! Quante volte
me lo son detta...
Poi succede che diventi mamma davvero, e la vedi giocare
con le giraffine, gli elefantini, copiare goffamente il verso della mucca,
guardare il tigrotto etc etc etc e ti
viene una voglia irresistibile di farle vedere quegli animali stupendi da
vicino...vivi, veri!
Ho boicottato gli zoo per anni, non ricordo neanche
l’ultima volta che vi ho messo piede tanto ero piccolina, e ho resistito mesi
alla tentazione di portarci mia figlia.
Mi son detta, non voglio che cresca con
l’idea che un animale possa essere rinchiuso in una gabbia solo perchè cosi noi
possiamo guardarlo; non voglio che cresca pesando che sia normale soffocare i
primari istinti di un animale, che un leone in gabbia sia felice, che un
ghepardo in un recinto non soffra a non poter correre libero.
Mi son ripetuta
quindi per mesi che un giorno, appena possibile, l’avrei portata in safari,
proprio come quello che io ed il suo papà abbiamo fatto in viaggio di nozze, e
le avrei mostrato la bellezza della libertà, quella degli animali nel loro
habitat naturale. Le avrei insegnato il rispetto nei confronti della vita.
Lo farò, appena possibile, non so quando; e nel
frattempo, appena raggiungerà l’età adeguata, le mostrerò tanti documentari.
Ho resistito fino a che non si è presentata la
possibilità di trascorrere l’intera giornata al sole in compagnia di altre due
famiglie con bambini. La loro idea era quella di andare al Fota, un parco zoo
enorme, qui vicino, partire la mattina, mangiare li e tornare a casa nel
pomeriggio. Mi entusiasmava l’idea della gita fuori porta tutti insieme, con i
bambini. Quando si è all’estero, è una fortuna se avete amici con bambini che
amano condividere con voi i weekend, questo non è sempre cosi scontato (forse
non lo è neanche nel proprio paese).
Ho provato a dare altre opzioni ma, effettivamente, la
loro era quella più adatta. Questo enorme parco-zoo, chiamarlo solo zoo non
sarebbe corretto, ospita molte varietà di animali, dalle giraffe ai ghepardi, dai
panda bruni a quelli neri. Gli animali non sono rinchiusi in gabbie ma hanno a
disposizione grandi spazi; le giraffe, ad esempio, hanno un parco a parte e
quasi sembrano vivere allo stato selvaggio...se non fosse che il tutto è
recintato da fili elettrici che non permettono di avvicinarsi.
Se potessero parlare nel nostro linguaggo
chissà le giraffe cosa direbbero di Darwin e della sua teoria sull’evoluzione,
che le ha rese cosi particolarmente interessanti a livello educativo! Fatto sta che, appena le ha viste, mia figlia
è rimasta esterefatta; non sono sicura di
cosa pensi una bimba di 16 mesi alla vista di un animale così grande, ma la sua
espressione era di meraviglia.
Poi si è girata verso la zona dei ghepardi, animali
magnifici. Lì, nonostante lo spazio a disposizione, non hanno la possibilità di
correre come dovrebbero e cosi camminano, lentamente. Ilaria guarda incuriosita ma non con la
stessa gioia di prima negli occhi, quasi capisse la situazione. Allora le ho raccontato di quando mamma e
papà sono stati in safari in Africa e che il primo animale visto è stato
proprio il ghepardo...libero. Lo abbiamo visto sdraiato, seduto, ma anche
correre velocissimo. “ Un giorno ti ci porterò”.
(foto scattata durante il viaggio in Kenya)
Abbiamo proseguito la visita nei grandi giardini del
parco, mangiato e giocato nei tanti playground presenti.
È stata una bellissima giornata, passata al sole ed in
compagnia, ed un giorno spiegherò a mia figlia la differenza tra uno zoo e la
vita vera degli animali, e cercherò di farle capire il significato del rispetto
della vita. Ci si può riuscire? Forse non sarà cosi semplice ma, d’altronde,
chi ha mai detto che il lavoro di un genitore sia facile?
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