lunedì 24 marzo 2014

Lunedi mi racconto: in viaggio verso Nantes








Quante di voi hanno preso un aereo sole con una bimba di 7 mesi? Vi racconto oggi la mia avventura: Roma-Nantes e ritorno!
La scelta della meta e’ stata dettata dal fatto che ho una coppia di amici che vive li e dalla curiosita’ di vedere piu’ da vicino la eco capital 2013!
Aggiungete anche che attualmente sono a Roma dai miei per la maternita’ mentre mio marito e’ per lavoro in Irlanda...bisognava assolutamente organizzar, e un incontro in terra neutrale J
Il primo dilemma si presenta all’acquisto dei biglietti aerei:” devo spendere solo 4 giorni fuori, mi porto il bagaglio a mano ed una borsetta, non c’e’ alcun bisogno d’imbarcare nulla” mi son detta “ho il passeggino al quale appendo la borsa, la bimba siede comoda li, con una mano spingo il passeggino e con l’altra il trolley”. Nulla di piu’ sbagliato, non fatelo! Non siamo wonderwomen! Si, lo so, credevate tutte di avere super poteri...in finale, chi mai e’ in grado di non dormire per notti intere ed avere comunque la forza la mattina dopo di preparare pappe, giocare, pulire la casa, andare anche a lavoro e, perche’ no, avere sempre un sorriso per tutti? Un alieno, hulk...wonderwoman appunto. Bhe’, e’ un illusione. Siamo un passo avanti a tutti, questo e’ vero, ma pur sempre umane. Ricordatevelo, soprattutto quando organizzate i vostri viaggi!
Un bimbo ha bisogno di tanti cambi e se la vostra meta, come in questo caso, e’ un paese dal meteo incerto che necessita che lo vestiate a cipolla, la situazione e’ anche piu’ complicata...siete costrette a svuotare mezzo armadio ed a comprimerlo in valigia! Non c’e’ scampo.
Mi sono ritrovata quindi a trainare con una mano un trolley molto pesante e con l’altra un passeggino appesantito da una borsa che ha assunto le sembianze di un’astronave. Arrivata ai piedi dell’aereo con acrobazie inaudite ho preso in braccio la bimba e lasciato il passeggino a terra. La scalinata per l’imbarco e’ stato uno dei momenti piu’ lunghi della mia vita: borsa a tracolla, bimba su un braccio e trolley appeso all’altro...si, sembravo un qualcosa simile all’albero di natale. Alla fine delle scale, con viso rosso, stanco ma, ovvio, sorridente (perche’ sono mamma e posso tutto) la hostess col sorriso di plastica mi offre la cinturina di sicurezza per la bimba. Ora, secondo voi, cosa avrei dovuto fare se non offrire la bocca? Mi e’ venuto spontaneo...non avevo altre braccia a disposizione al momento...la hostess capisce che deve darmi una mano e mi accompagna al mio posto...grazie!!!
Finalmente mi siedo. Fossi stata da sola sarei crollata dalla stanchezza, mi sarei fatta un sonno profondo con tanto di bollicina al naso. Ma sull’aereo devi trovare il modo d’intrattenere la piccola. Primo passo: organizzatevi con gli orari del giorno in modo da dare il latte al decollo; e’ consigliato per evitare fastidi alle orecchie in quella fase del viaggio, e lo consiglio io a voi perche’ occupate quei 15 minuti e vi riposate.  Il viaggio in aereo e’ stato tranquillo, Ilaria e’ stata bravissima, occupata a guardarsi intorno e a dormire. Durante il viaggio ho ripensato all’organizzazione delle valigie, cosa avrei potuto fare per rendere tutto piu’ compatto, piu’ leggero, piu’ facile da trasportare...non e’ semplice affatto!
Trolley: vestiti della bimba e miei...10:3.
Borsa:un cambio per lei, pannolini, salviettine, cremina, acqua, biscotti, omogeinizzato di frutta, cucchiaini, biberon, latte in polvere, bavaglini, due ciucci, gioco preferito, gioco di riserva, giraffina per le gengive, felpina perche’ a volte in aereo fa freddissimo. Ah, macchina fotografica, libro, occhiali da sole, felpa per me e, schiacciato in un angolo remotissimo il portafoglio...che se per caso ti viene sete o fame te le fai passare.
“Niente male, dai, alla fine ho portato tutto quello che volevo e per la bimba ho tutto a portata di mano”...le ultime parole famose. La piccola si sveglia e fa la popo’! Avete sicuramente visto le dimensioni dei bagni sugli aerei: micro. Io dovevo riuscire ad entrare li con la bimba e la borsa astronave e chiudure anche la porticina dietro a me. Sistemare Ilaria, assottigliare la mano per prendere tutto l’occorrente evitando di far cadere a terra macchina fotografica ed occhiali da sole. Ce l’ho fatta. E dopo questa ho pensato che ero pronta a tutto, qualsiasi impresa, anche una missione sulla luna.
Si torna al posto felici e pulite. “Ma se fosse scappata a me?” penso “ok, te la fai passare!”. Mi scappa un sorriso e sono pronta all’atterraggio.
Sono l’ultima a scendere ovviamente, borsa a tracolla e bimba in braccio devo prendere il trolley nel ripiano superiore. Non sempre trovi il personale di bordo pronto ad aiutarti, incredibile. Come braccio di ferro, ingrosso il muscolo e prendo la valigia...ma scendo dall’aereo senza salutare...non per cattiveria eh, ma dallo sforzo, e forse dalla rabbia, le vene del collo ci hanno messo un po’ a sgonfiarsi! Stavolta le scalette non mi mettono paura, scendo ed aspetto con ansia il passeggino. Sorpresa!!!! Te lo restituiscono al ritiro bagagli! Ma come, non imbarco il trolley per evitare file inutili! E poi, come faccio ad arrivare sana e salva fino li? Allora, il primo impatto in terra francese non e’ stato positivo. Fortunatamente il percorso e’ breve e non ci sono file per il controllo dei documenti. Al ritorno, invece, ci sono eccome e l’aeroporto di Nantes non ha una via preferenziale presente invece nella maggior parte degli aeroporti europei. “No, signora, non oggi”, mi dice la signorina; “ deve chiudere il passeggino, prendere la bimba in braccio, caricare sulla rampa trolley e borsa, mettendo a parte il cibo per la bimba” mi dice un’altra in un inglese grottesco...”scusi, puo’ aiutarmi? Sono sola!” – “ deve chiudere il passeggino, prendere la bimba in braccio, caricare sulla rampa trolley e borsa, mettendo a parte il cibo per la bimba” ripete...e questo va avanti per circa tre volte...e sarebbe continuato se la signora tedesca dietro di me non mi avesse prestato soccorso! Sono rimasta delusa e scioccata da questo atteggiamento. Poi ho pensato che, probabilmente, erano le uniche parole in inglese che le avevano insegnato per far fronte a situazioni simili...e questo mi ha scaraventata nell’odio piu’ profondo. Fortuna che il mio soggiorno a Nantes e’ stato cosi’ piacevole da annullare la disorganizzazione del suo aeroporto.
Da questa esperienza ho imparato che, se sono costretta a portare piu’ cambi con me, devo imbarcare il bagaglio; che devo rendere la borsa a mano il piu’ leggera possibile...niente libri, tanto non si ha il tempo, e cio’ che non e’ strettamente necessario alla bimba. Per quello c’e’ il bagaglio che imbarco.
Voglio unire al mio racconto la foto che ci ha scattato la mia amica al nostro arrivo a casa sua: nonostante la fatica, i nostri sorrisi dicono che vale sempre la pena viaggiare!

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