martedì 18 marzo 2014

St Patrick 2014: bye bye waterford!


Sto scoprendo con piacere che essere una mamma italiana all’estero ha molti privilegi, uno di questi è che si festeggia in continuazione! Eh si, si celebrano le festività italiane non presenti qui in Irlanda, come ad esempio il Carnevale, ma anche quelle locali. E qual’è in Irlanda la festività più sentita? Il St Patrick sicuramente! 

In realtà non solo qui ma in tutte quelle parti del mondo con una forte presenza di comunità irlandesi: a Montreal, in Canada, si svolge ogni anno la parata più grande del mondo e nella bandiera della città è raffigurato un trifoglio; St Patrick è anche il santo protettore della città di Boston;  poi ci sono i festeggiamenti di New York e Chicago che ogni anno spopolano su tutte le TV.

Noi abbiamo deciso quest’anno di trascorrere il weekend di San Patrizio (ma si italianizziamolo) a Waterford, la città più antica d’Irlanda, dove questa festa è stata resa nazionale.



Ma cosa stiamo festeggiando in realtà? In Irlanda  questa festa ha un grande sfondo religioso che, sia se si è credenti o no, ti coinvolge. Senza stare a narrare tutta la vita di St Patrick, riassumo dicendo che era un missionario che ha partecipato alla conversione al cristianesimo della Repubblica d’Irlanda (e qui ci sarebbe da scrivere un manoscritto di pro e contro).  A parte questo, non ci sono dati esatti sulla sua vita, ma tantissime leggende, come quella che narra il motivo dell'assenza dei serpenti in Irlanda, secondo la quale fu lui a cacciarli in mare; oppure quella del celeberrimo pozzo di San Patrizio (quanti di voi non hanno almeno una volta nella vita usato questo detto?), così chiamato perchè si dice custodisse un pozzo senza fondo, da cui si aprivano le porte del Purgatorio.  La leggenda vuole inoltre che un giorno San Patrizio spiegò ai suoi fedeli il concetto della trinità sfogliando i petali di un trifoglio (tre foglie originanti da un unico stelo) che divenne subito il simbolo nazionale. 

L’atmosfera del St Patrick non è però solo questo. Si festeggia l’Irlanda in generale, i suoi colori, il suo popolo e la gente che di questa terra ha fatto una seconda patria. Vicino alle bandiere irlandesi sventolano quelle italiane, francesi, tedesche, spagnole etc etc 

Ci mettiamo quindi in macchina: direzione Waterford! Splendida giornata di sole, tanto che ci siamo dovuti fermare a comprare dei parasole per la macchina, per paura che la pulce si carbonizzasse nell’ovetto. Il viaggio inizia col piede giusto! Avevo letto da qualche parte che è sempre bene spiegare ai bambini, per quanto piccoli siano, ogni spostamento o viaggio che si fa; ho iniziato quindi qualche giorno prima ad avvisarla che avremmo fatto una bellissima gita fuori porta. Poi in macchina ho iniziato con la storia di St Patrick. Dopo poche frasi, si gira verso il finestrino della macchina e dice “ai ai”, mi guarda e ripete “ ai ai”. “ Cosa vuoi dire, Ila? Ai ai, forse ahi ahi? Ti fa male qualcosa?” Ma non sembrava infastidita, per niente. “non sarà mica che ti sto annoiando? Piccola peste” e tutto finisce in coccole e risate.  Il sabato e domenica a Waterford sono stati abbastanza rilassanti, dove “abbastanza” è riferito ad una bimba di 16 mesi che sta mettendo i dentini...ai ai!

Lunedi ci si prepara alla sfilata, tutta di verde vestita! Nella hall dell’hotel Ilaria si diverte a camminare da sola...diciamo che ha iniziato finalmente a lasciarsi andare (ed ora chi la ferma più!).




Districandoci tra colazione, merendina e pranzo arriviamo alle 13.00: inizia la parata.
È bello vedere una sfilata che parte da un carro con un serpente, a ricordare le leggende del Santo protettore, passa per il gruppo di bambine che danzano a ritmi di musica folk, a rimarcare l’importanza delle tradizioni, e finisce con la serie di bandiere straniere, a segnare l’apertura mentale e la modernità. Tutto all’unisono, con un’internazionalizzazione di colori unita nel verde, nel sorriso di un bimbo irlandese cosi come in quello di un francese. In Irlanda St Patrick si festeggia cosi.




La mia pulce sembra divertita e, da sopra le spalle del papà, si gode la sfilata...più di me che dalla mia altezza, direi contenuta, riesco a vedere poco e niente! “Ai ai” si fa sempre più convinto ad ogni passaggio di carro...ma cosa mai vorrà dire? Forse è un suono nuovo che la diverte, ho pensato.

A fine parata torniamo in hotel a ritirare il trolley e la ragazza della reception saluta Ilaria “ Bye bye gorgeous!” ed Ilaria aprendo e chiudendo il suo pugno risponde “ ai ai “. Ecco che voleva direeeeee !  bye bye !!!!!!!!

E allora, bye bye Waterford, alla prossima!

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